27 febbraio 2009

PH 5.5

Mi sento scossa agitata agitata un po' nervosa acida come di piu' non si puo' di piu' non si puo' come...
un limone verde
un litro di aceto
un verde che andava di moda qualche anno fa
la crème fraiche
il latte andato a male
una zitella con un gatto e le rose in giardino.
e un sacco di altre cose che ora non mi vengono in mente.

Ma so che tutto questo passerà, almeno lo spero, per il mio prossimo.

24 febbraio 2009

A proposito del post precedente

(quello ia-ia-oh)

e se imparassi a stare zitta...

22 febbraio 2009

La giornata dello schianto

Oggi pomeriggio un falco si è schiantato sul vetro della veranda dei miei, probabilmente attratto dai pappagalli che ci sono all'interno. ne è uscito un po' stordito ma senza gravi danni.

Qualche minuto fa il mio gatto ha tentato di uscire dalla finestra, ma il vetro era chiuso ed è scivolato lungo il muro come un cartone animato. Ne è uscito un po' stordito ma senza gravi danni.

Io stasera mi terrò lontana da porte a vetro e finestre, non si sa mai.

Ia ia oh!

Metatar-tar-tar-tar-tarsalgia

Misantropi-pi-pi-pi-pia

Misogini-ni-ni-ni-nia

Lombalgi-gi-gi-gi-gia

Asteni-ni-ni-ni-nia

Emicracra-cra-cra-cra-crania

Manca solo l'aerofagia ia ia oh!

08 febbraio 2009

Basta poco

E' bastato un computer nuovo, una connessione wi-fi e una fastisiosa metatarsalgia che mi costringe a letto o sul divano per la maggior parte della giornata a farmi ritornare la voglia di scrivere su questo blog.
E basta un po' di fortuna per cambiare una vita che sembrava ormai mummificata in un noioso e poco gratificante lavoro da call center.
La mia collaborazione con un'associazione di consumatori è consolidata: non solo mi hanno definitivamente assegnato la produzione del giornalino (scrivo gli articoli, curo la veste grafica e l'impaginazione) ma ora mi hanno incaricato di seguire due progetti molto interessanti e che prevedo mi daranno molte soddisfazioni.


07 febbraio 2009

Lettera aperta alla Gelmini parte seconda

La stessa legge si può applicare all'accoppiata pantalone-perizoma che segue la legge dell'accoppiata pantalone-mutanda. Gli esempi pratici potrebbero arricchirsi di fotografie di impiegate sedute davanti alla scrivania con il caratteristico pantalone a metà natica e canale naticale in bella mostra o il triangolo del perizoma ad altezza reni.

Aggiungerei ne programma anche qualche ora su "Materiali e colori". Paillettes e accessori dorati o argentati non dovrebbero essere usati prima di un'ora definita, nelle ore in cui la quantità di luce abbinata al materiale riflettente potrebbe offendere le pupille più delicate, soprattutto al mattino presto quando la vista è più sensibile.

Nelle stesse ore, in classi diverse, i maschi potrebbero seguire delle lezioni ad hoc. I ragazzi oggi non conoscono la funzione del berretto: lo tengono calcato in testa anche in ambienti chiusi e di conseguenza non particolarmente freddi rischiando il surriscaldamento della calotta cranica e la conseguente cottura della materia cerebrale con gli evidenti danni che abbiamo sotto gli occhi.

Anche per i maschi sarebbero utili lezioni sulla legge del pantalone-mutanda e sull'esibizione della bianche ria intima.

Spero che il mio suggerimento possa darle degli spunti utili per il suo lavoro.

Ringraziandola per la sua (spero) cortese attenzione, le porgo i miei più cordiali saluti.

06 febbraio 2009

Lettera aperta alla Gelmini

Cara Ministra,

mi scusi per l'inizio confidenziale, ma dopo tanti attacchi e tante critiche ho pensato che un cenno d'affetto le avrebbe fatto piacere.

Non le scrivo per parlare del famigerato decreto che porta il suo nome, ma già che siamo in un clima di restaurazione vorrei farle umilmente una proposta in merito ai programmi scolastici.

Lei, con la reintroduzione del grembiulino alle elementari, ha dimostrato una particolare attenzione all'abbigliamento e al suo utilizzo.

Mi permetto di farle notare che anche gli studenti delle scuole di grado superiore hanno qualche lacuna sull'argomento (basta guardarsi intorno per capirlo), perciò credo che dovrebbe essere introdotta nei piani di studio una materia inerente al vestiario, alla sua storia, al suo significato.

Qualcuno dovrebbe spiegare alle ragazze che l'abito fa parte di quella che viene comunemente chiamata "comunicazione non verbale" e che la scelta di un capo può influire sulle relazioni sociali.

Bisognerebbe spiegarlo, alle ragazze, la legge secondo la quale quando una donna si piega in avanti, il pantalone scende verso il basso mentre la mutanda di medie dimensioni sale verso l'alto. Se la mutanda è di dimensioni inferiori alla norma viene fagocitata dal pantalone e trascinata verso il basso mettendo in evidenza il canale chiappale. Dato che l'imbarazzo non fa più parte del patrimonio genetico delle giovani (e anche delle meno giovani) e che la sensibilità sacrale si è notevolmente ridotta impedendo alle ragazze di rendersi conto di quanto succede in determinate occasioni, si potrebbe almeno evitare visioni coatte di parti del corpo non sempre all'altezza di essere mostrate. Va sottolineato che non sempre, riprendendo la posizione eretta, i due capi ritornano nella posizione originaria, spesso a causa dell'attrito con il corpo, rimangono in quella appena raggiunta.

L'insegnamento potrebbe essere corredato da esempi pratici, mostrando il tipico caso della commessa mentre allestisce la vetrina con le terga al vetro o che si china a prendere la merce voltando le spalle all'inerme cliente.

Continua…

04 febbraio 2009

Facebook ergo sum

Ho sottovalutato il coso e la sua portata. Ho sbagliato completamente la mia valutazione.
Ho capito solo ora la sua importanza fondamentale nella vita di un individuo: se non sei su/in Facebook non esisti.
All'inizio pensavo fosse il capriccio di pochi: "Dai, iscriviti su Fb che così ci scriviamo!".
Ma se hai la mai mail e il mio numero di telefono (e non paghi né telefonate né sms perché siamo colleghe) perché mai devo iscrivermi su Fb? E se non ti bastassero i due precedenti mezzi di comunicazione, puoi lasciare un commento nel mio blog che male non m farebbe.

Ma io non esisto. Su Fb si organizzano le serate in disccoteca, ci si mette d'accordo per andare a vedere un film o andare a bere una birra. E se tu non fai parte della rete di amicizie non saprai mai cosa stanno facendo i tuoi amici, perché a nessuno passa per la mente che ci sei anche tu. Che sei dall'altra parte del telefono. Che ce l'hai sempre acceso nella speranza che vibri annunciandoti un messaggio. Che nel fine controlli la posta elettronica come tutti gli altri giorni.


No, non sei su Facebook quindi non esisti.