La settimana scorsa mia mamma e’ andata ad un funerale. E come si sa, ai funerali si incontrano tante persone, piu’ che ai matrimoni, persone che non frequenti da molti anni e che non vedono l’ora di farsi un po’ di affari tuoi.
Naturalmente io, grazie alla mia fama di ragazza stramba e non sposata, sono la causa principale della pruriginosa curiosita’ di certe anziane “betoneghe” (termine veneto che definisce la donna pettegola).
Un gruppetto di pettegole si e’ avvicinato a mia mamma con l’intento si colmare alcuni anni di assenza di informazioni
Dopo in primi convenevoli la conversazione, in dialetto padovano, si e’ svolta piu’ o meno cosi'.
Betoneghe: E to fioea? A xe sposa’, vero? E te gaea fata nona?”
Mamma: “No, no ea xe sposa’ e no a ga fioei”.
B: “E gaea finio de studiare?” (mi sono laureata 7 anni fa, ma nell’immaginario della gente sono un’eterna studente)
M: “Si! Da un toco!”
B: “Ma vivea ancora co’ ti? E lavorea?”
M: “Ma no! ‘A se ga compra’ un apartamento e ‘a vive da soea. Me fioea ga sempre lavora’, ‘desso a xe a Mian. I a ga manda’ la’ par sie’ mesi…”
B: “Ah ben cio’! Ma eora el xe un… come se ciama…un coso…un avanso de cariera.”
M: “si, xe proprio un avanso de cariera.”
Traduzione:
B: “E tua figlia? Si e’ sposata, vero? Ha sei nonna?”
M: “No, non e’ sposata e non ha figli.”
B: “E ha finito di studiare?”
M: “Si! Da un bel po’!”
B: “Ma vive ancora con te? E lavora?”
M: “Ma no! Si e’ comprata un appartamento e vive da sola. Mia figlia ha sempre lavorato, ora e’ a Milano, l’azienda l’ha mandata li’ per sei mesi…”
B: “Bene! Ma allora e’… come si dice… un coso… un avanzo di carriera.”
M: “Si, e’ proprio un avanzo di carriera.”
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