19 settembre 2007

Vodafone: 914 persone in grado di...

di Ester Crea per "conquistedellavoro.it"


"Fistel, Slc e Uilcom verso lo sciopero dopo la presentazione di un progetto per la cessione delle attività di customer care
Bandisce concorsi a premi, si guadagna la simpatia con i volti (ben pagati) di Totti e Gattuso, pensa perfino di comprare le infrastrutture in Italia e Spagna di Tele2, ma intanto è pronta a rifilare una pedata a centinaia di lavoratori del suo customer care. E’ il colosso della telefonia mobile Vodafone, che nell’illustrare ai sindacati il piano industriale della compagnia ha rivelato l’intenzione di esternalizzare fino a quasi il 10% del suo personale, il tutto dopo un anno con fatturati in crescita e milioni di euro di profitti.
Pronta la reazione dei sindacati che hanno aperto la procedura di sciopero e convocato per il prossimo 25 settembre il coordinamento nazionale Rsu Vodafone per decidere le iniziative contro la decisione dell’azienda.
A rischio, in particolare, sarebbero i 914 lavoratori dei call center di diverse città d’Italia (Ivrea, Milano, Padova, Roma e Napoli).
”La riduzione del perimetro aziendale è un fatto grave - sostiene Raffaella Di Rodi, segretario nazionale Fistel Cisl – perché l’azienda, a fronte di un calo di redditività, risponde con un processo di esternalizzazione di attività core-business e dei lavoratori”.
Secondo le segreterie nazionali di Fistel, Slc e Uilcom si tratta di un progetto inaccettabile, ”che segna una grave inversione di tendenza rispetto alle politiche industriali portate avanti finora nel segno della qualità e dell'integrazione dei servizi e delle professionalità”.
Inoltre, i sindacati intravedono il rischio che si tratti solo di un primo passo, che col tempo potrebbe coinvolgere anche gli altri asset finora ritenuti strategici, come era stato dichiarato essere lo stesso customer care (cioè rete e IT).
Un’eventualità che secondo Di Rodi dovrebbe spingere il sindacato confederale ”ad una grossa riflessione a fronte dei cambiamenti che stanno avvenendo nel settore delle Tlc per adeguare gli strumenti contrattuali e dare maggiori tutele ai lavoratori che sono i soli a pagare le conseguenze delle strategie aziendali”.
Duro anche il commento di Alessandro Genovesi della Slc Cgil. ”Al di là di belle parole e tentativi di far passare tale operazione come scelta di carattere industriale – afferma il sindacalista - siamo alle prese con una semplice riduzione del costo del lavoro per far crescere il valore economico e finanziario dell’impresa”.
”Abbiamo molti dubbi – sottolinea Genovesi - sulla esternalizzazione di parti importanti dei servizi di gestione del cliente, da sempre vanto di Vodafone, che annuncia nei fatti un cambio di strategia esternalizzando parti importanti dei propri asset. A vantaggio, oltretutto, di un’azienda come Comdata, che non è l’Olivetti, ma anzi un’impresa di call-center priva persino di un contratto aziendale di secondo livelloe che da tempo va facendo shopping al solo scopo di quotarsi in Borsa. Le domande sono: siamo di fronte all'inizio di una drastica riduzione dei perimetri aziendali di Vodafone? Per Vodafone l'Italia è ancora un mercato strategico?”."

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