27 aprile 2011

Chi svuota le tasche, chi si riempie la bocca

La notizia non è ufficiale, non ho trovato conferme.
La riporto così come mi è stata raccontata da un'amica alluvionata, dopo un incontro per informare i cittadini.
Pare che i soldi confluiti nel conto corrente della Regione, donati per aiutare gli alluvionati del Veneto, siano stati "dirottati" in un fondo per le opere pubbliche.
Di quel risarcimento che avrebbe dovuto essere pari al 70% dei danni subiti, solo il 30% andrà alla gente. Il 30% del 70%!
Aspetto di avere la conferma per incazzarmi sul serio. Ma hanno già iniziato a girarmi.



(spero di essere presto smentita, sono disposta a battermi il petto, cospargermi il capo di cenere, inginocchiarmi sui ceci)

23 aprile 2011

Le parole che non ho più detto: ciapìn

CIAPIN: presina. Ciapìn deriva dal verbo CIAPARE cioè prendere.
In un epoca di forni a microonde, di pasti precotti, di manici di plastica, il ciapìn ha perso la sua funzione primaria, quella di ciapare i manici roventi delle pentole, per acquistarne una puramente estetica di semplice accessorio della parure composta da asciugapiatti e guanto da forno.
Le mamme moderne appendono il ciapìn ad un gancio e lì lo dimenticano. Non evocano pìù il suo nome privano i ragazzini di un gustoso divertimento: far ripetere la parola in continuazione e velocemente ai bambini  più ingenui. Gioco che nei più piccoli provoca rossori di vergogna e fughe di imabrazzo.

22 aprile 2011

A volte

Lavoro in un ufficio circondata da donne. Più o meno hano la mia età, la maggior parte è sposata, molte hanno dei figli, alcune sono separate o divorziate.
Una collega, sposata da anni, con figli, con una visione conformista del suo futuro e con problemi a concepire il mio tipo di vita mi chiede:
"Ma tu che vivi sola da così tanti anni, ma come fai? Quando torni a casa non ti viene mai voglia di avere un uomo accanto?"


Si, a volte...

Le amiche si vedono nel momento...

"Ieri sera ho finalmente trovato il tempo di leggere il tuo blog. Ma scrivi benissimo"

Grazie, ti voglio bene anche io!

13 aprile 2011

Gente onesta

La tv non funzionava da un paio di mesi. Non si vedeva più nessun canale, non riuscivo a vedere nemmeno i DVD.
L'ho portata dal tecnico, uno di quelli di una volta che aggiustano tutto. L'ha guardata, ha premuto il pulsante di accensione, si è illuminata e ha ripreso a funzionare benissimo.
Un professionista così bravo potrebbe farsi pagare qualsiasi cifra, invece non mi ha chiesto nemmeno un euro.

09 aprile 2011

Chi lascia la strada nuova...

Capita di allontanarsi da certe persone che frequentavi abitualmente. Per noia, perchè non riesci più a condividere i tuoi interessi. Perchè vorresti fare mille cose e con loro non ci riesci. Perchè non hai più nulla da dire.
Capita che per un periodo ti senta sola. Stai chiusa in casa, non esci quasi più. E se hai un carattere come il mio cominciano le paranoie e le manie di persecuzione.
Capita poi che per caso incontri delle persone, ci esci a cena una sera e passi una delle serate più serene degli ultimi tempi. Torni a casa con il sorriso stampato in faccia, il giorno dopo molte ombre si sono dileguate e ringrazi il merciaio che te le ha fatte incontrare.

03 aprile 2011

La prossima volta

Tra donne:
"La prossima volta me ne trovo uno più ricco.
La prossima volta me ne trovo uno più bello.
La prossima volta me ne trovo uno più sportivo.
La prossima volta me ne trovo uno più colto.
La prossima volta me ne trovo uno più ambizioso.
La prossima volta me ne trovo uno più amante della famiglia.
La prossima volta me ne trovo uno più maturo.
La prossima volta me ne trovo uno più responsabile.
La prossima volta me ne trovo uno meno mammone.
La prossima volta me ne trovo uno meno impegnato.
La prossima volta me ne trovo uno meno ambizioso.
La prossima volta me ne trovo uno meno sportivo.
La prossima volta me ne trovo uno bello."

Pimpi: "La prossima volta me ne trovo uno."

(quando entro in merceria mi sento ispirata)

02 aprile 2011

Lo cambio o non lo cambio?

Porto lo stesso colore di capelli da una vita. L'ho scoperto per caso, dopo averne provati decine, aaver fatto improbabili miscugli, fatto inorridire generazioni di parrucchieri.
Finalmente lui, il mio rosso ideale. Forte, deciso ma non troppo finto. All'inizio si chiamava "rosso vulcano".
Non l'ho più lasciato se non per una breve pausa di un mese, il tempo necessario a sostenere un esame con una professoressa con cui avevo litigato e che non volevo mi riconoscesse.
Porto lo stesso colore da una vita, non sono una di quelle donne che scandisce il cambio di stagione con un cambio di colore. E la gente non si accorge del tempo che passa. "Sei sempre uguale!" esclamano quando mi vedono.
È un colore che non passa inosservato, se colpito da un raggio di sole ti costringe a voltarti. È un colore che "fa colpo".
Porto lo stesso colore da una vita, ma solo ora ho realizzato che attira l'attenzione di bambini e pensionati. Dall'età di mezzo  nessuna reazione.
Porto lo stesso colore da una vita.
Sto pensando seriamente di cambiarlo.