28 novembre 2011

Tempi e modi

Non è che non sono sexy, piacente e desiderabile. Me ne rendo conto osservando gli sguardi degli uomini quando cammino per strada, quando sposto leggermente i capelli dalla fronte, quando accavallo le gambe. Lo vedo, a volte, un lampo di desiderio nei loro occhi. Lo sento, a volte, il loro pensiero: "una botta gliela darei".
Mai una volta, mai uno che passi dal condizionale all'indicativo, presente.

16 novembre 2011

Riflessioni.

Avrei dovuto intuire il mio futuro tanti anni fa, quella volta che mi sentii domandare:
"Stasera facciamo un'uscita tra maschi, sei dei nostri?"

11 novembre 2011

Complimenti

I complimenti possono far piacere oppure creare imbarazzo. Possono creare illusioni, false aspettative, possono avvicinare le persone o farti venire voglia di scappare. I complimenti possono inorgoglirti fino a farti scoppiare l'ego o farti vergognare. I complimenti possono essere una piacevole sorpresa o una quotidiana abitudine.
Possono essere generici: sei bella, sei simpatica, sei intelligente... Possono essere ambigui: sei simpatica, sei un tipo, sei particolare... Possono essere volgari: (censura). Possono essere creativi: hai un bel telaio, non sei bella sei come un cricetino...
L'apice del successo arriva con la somma di tutti i complimenti. Quello che li contiene tutti, che è trasversale e comprende il fisico, la testa, il carattere, il fascino, l'eleganza, il fisico (ah, l'ho già detto).
Puoi ritenerti davvero soddisfatta quando un uomo commenta una tua frase, intelligente o sciocca non ha importanza, con "PICCHI DI TESTOSTERONE". E nient'altro.

10 novembre 2011

Attitudini

In ufficio.
Collega: "Uh, ma che brava! Ti fai i vestiti! Io non so nemmeno attaccare un bottone..."
Pimpi: "Sai, per il cucito ci vuole passione, come per tutte le cose. E bisogna esserci portate, come per tutte le cose. Tu non sarai portata per il cucito, io ad esempio, non sono portata per il matrimonio".

05 novembre 2011

Riflessioni autunnali

Non capisco perché, nella stagione in cui la natura si veste dei suoi colori più belli e forti, la gente abbandona gli abiti sgarganti per omologarsi nei toni del nero, grigio e marrone.
Gente color nebbia in mezzo alla nebbia.

A voce alta

Fuori piove, è grigio e umido.
Dopo una sana dormita ho acceso il pc, così perché non avevo voglia di fare niente. Anzi no, avevo voglia di farmi leggere delle storie come quando da piccola lo faceva la mamma o la nonna. Avevo voglia di farmi coccolare da una voce come se fossi ancora una bambina.
Nella rete trovi tutto e trovi anche chi ti legge qualcosa: il Collettivovoci.
Ho ascoltato per un po' e poi ho deciso di leggere anche io qualcosa, ho registrato e ho spedito. E mentre sorridevo di questa cosa mi è tornato in mente un personaggio che leggeva ad alta voce.
Non ne ricordo il nome, forse non l'ho mai saputo. Era uno di quei personaggi che frequentava il bar in cui lavoravo. Ma non il solito avventore, no: quel bar era frequentato da tutti i dereletti, i barboni, le ex puttane, i pazzi di Padova. E io li adoravo perché tutti avevano una grande storia da raccontare.
"Il professore" (così lo chiamavamo) aveva una folta barba bianca e arrivava la mattina presto. Aspettava che finissi di sistemare tutte le sedie passeggiando su e giù con un libro in mano. E leggeva ad alta voce.  Poi entrava, chiedeva un cappuccino, usciva, si sedeva nell'angolo più lontano e mentre beveva il cappuccino continuava a leggere.
Poi si alzava, metteva a posto la sedia, raccoglieva la tazza, me la riportava e "buongiorno!", usciva e ricominciava a leggere e a camminare su e giù.
E noi lì tutti ad ascoltare e a non capire.
Un giorno mi sono avvicinata, non troppo perché "il professore" manteneva le distanze, ma quel tanto che mi permettesse di leggere il titolo del libro.
La copertina era consunta, le lettere avevano ormai il colore del tessuto, ma ho capito di cosa si trattava: "il professore" leggeva Shackespeare, in inglese.
Ripensando al "professore" mi è venuta voglia di leggere ad alta voce (o a voce alta, come dice qualcuno), camminando su e giù.