
Sono circondata da donne incinte. Alla faccia della "crescita zero"!
Ormai, al lieto annuncio reagisco quasi con educata cortesia: è impossibile stupirsi ed emozionarsi per una notizia che non ha più niente di eccezionale.
Quello che mette a prova la mia innata diplomazia è l'annuncio del sesso del nascituro.
Lontani, anzi preistorici, i tempi in cui la sorpresa arrivava alla fine dei 9 mesi e alla gioia della nascita si sommava la scoperta del sesso del neonato. E ne seguiva un ampio dibattito tra le donne: "io l'avevo detto, la pancia era alta/bassa tonda/a punta...", "Non poteva essere altrimenti, se la donna è bella durante la gravidanza è sicuramente..." etc etc (mio padre aveva messo su una bisca con tanto di scommesse sul mio sesso!).
Ora la mammina arriva dopo l'ecografia raggiante e fa il fatidico annuncio con mesi di anticipo.
Le viscere mi si rivoltano quando mi viene comunicato che sarà maschio perché da qualche tempo non mi sento più dire :"E' un maschietto!".
No. La frase è: "E' un pisellino!" o pisellone (forse dipende dal grado di frustrazione della donna).
Se il nascituro è femmina non succede niente, è femmina e basta.
E per fortuna! Mi vengono i brividi solo al pensiero. Che diminutivi potrebbero essere usati per definire la bambina? Gnocchetta, topina, gnagnetta, patonzina...
Brrrrrrrr!!!!