
La musica a tutto volume è una costante dei vicini equadoregni del piano di sopra. All'inizio non avevano orario, mi svegliavo nel cuore della notte a ritmo di merengue* e non servivano manici di scopa e urla: non le sentivano. E non serviva nemmeno uscire in pigiama, suonare il campanello e implorare un po' di silenzio. Solo i pugni sul muro corredati di bestemmione dell'altro vicino avevano un certo successo.
Ora le cose sono leggermente migliorate: mi devo sorbire salsa* e baciata* soltanto di giorno.
Ne ho parlato con la vicina cubana (che ha un marito italiano che le fa tenere basso il volume), mi ha detto che "loro" la musica ce l'hanno nel sangue.
Io, invece, ormai ce l'ho nel fegato.
*come se sapessi riconoscerle!
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