01 agosto 2012

Lo zen, il metano e l'arte del rifornimento

Un paio d'anni fa sono stata costretta a cambiare macchina. La mia amata compagna per quasi vent'anni era considerata troppo inquinante, i blocchi del traffico mi impedivano di recarmi al lavoro, i mezzi pubblici erano impraticabili.
Così ho comprato un'auto a metano. Non sapevo quanto mia vita sarebbe cambiata.
Innanzitutto il rifornimento va programmato. Non puoi più rimandare, decidere di farlo dopo quando esco a cena, massì domenica mattina andando alla messa. No. Perché per fare metano serve l'omino e l'omino ha degli orari di lavoro.Quindi la prima cosa da fare è localizzare i distributori e memorizzare gli orari di apertura.
Quando si arriva al distributore, poi, bisogna avere pazienza. Le pompe in genere sono poche, gli omini ancora meno. E il metano esce dal tubo con una velocità nettamente inferiore a quella della benzina, per non parlare di quelle volte che la pressione è insufficiente. Allora nel bel mezzo del rifornimento l'erogazione si blocca e tu non puoi far altro che attendere che la pressione aumenti e che il prezioso gas riprenda a fluire nella vena.
Pazienza, ci vuole pazienza, non bisogna avere fretta. Così, mentre aspetti fuori dalla macchina (bisognerebbe sempre allontanarsi dalla macchina), scambi due chiacchiere con l'omino, o con il vicino, accenni un sorriso, saluti chi arriva o se ne va.
Al distributore di metano capita spesso di essere in coda, anche se c'è una pompa libera, perché non puoi arrangiarti, devi aspettare l'omino. Ma al distributore di metano nessuno ha fretta e tutti stanno diligentemente in fila aspettando il proprio turno. Solo una volta mi è capitato di vedere uno che saltava la fila. Lo stupore generale è stato tale che nessuno ha aperto bocca. Meglio, siamo rimasti tutti a bocca aperta senza riuscire a spiaccicare parola.
Altra differenza notevole sono i soldi. Far benzina ti abitua a ragionare a multipli di 10. Il metano ti fa riprendere confidenza con gli spiccioli. Perché il conto di un pieno non è mai un conto tondo.
Ricordo ancora il mio primo pieno: 7,47 euro. Ho guardato stranita l'omino, la colonna, l'omino e ho ravanato nel portafogli per trovare le monetine.
Poi me ne sono andata con un ghigno di soddisfazione guardando, sfacciata, glia automobilisti vittime del sistema decimale.

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