03 gennaio 2013

La giornata libera

"Ho una giornata libera, mi prendo cura di me". Quando sento una donna pronunciare questa frase non ho il coraggio di chiederle: "Cosa farai?". Perché le donne, si sa, hanno uno strano modo ci prendersi cura di sé. Per un uomo, una giornata libera corrisponde a divano, telecomando, birra e patatine. Per una donna no. Una donna si prende cura di sé, masochisticamente: 1)"Vado dall'estetista". L'appuntamento dall'estetista prevede un trattamento di bellezza completo: pulizia del viso cioè un'accurata spremitura, poro per poro, della pelle; ceretta baffi-gambe-ascelle-inguine mentre la dolce estetista chiacchiera amabilmente Bella giornata ogg... ZAC! Non fa nemmeno tanto fred... ZAC! Ma quindi oggi sei a cas... ZAC! uno strappo dietro l'altro. 2)"Vado dal parrucchiere". Innanzitutto aspetti una bella mezzoretta perché il parrucchiere deve farti capire che lui è uno richiesto e che sei fortunata ad avere la possibilità di farti tagliare i capelli da lui. Nel frattempo ti sei fatta una cultura su amori/divorzi/gravidanze/miracoli degli ultimi tre mesi. Poi la lavateste ti artiglia il cuoio capelluto, ti spalma di ogni ben di dio, ti scuoia la testa con l'acqua a 100 gradi. Poi la tinta, una colata chimica tenuta ben salda da due giri di domopak. Mentre stai in posa, la vicina di specchio, una nonnetta che non sa decidere se con il vestito della festa ci sta il lilla dell'altra volta o è meglio optare per un più sobrio pervinca, ti racconta la storia dei suoi 42 nipoti. Arriva il momento di risciacquare, di nuovo gli artigli. Il taglio, la piega che il parrucchiere fa magistralmente tirandoti i capelli come neanche tua mamma quando ti faceva le trecce. 3) "Vado a fare shopping. Affronti il traffico, ti infili in tutti i negozi possibili, guardi ogni capo cercando di decifrare taglie improbabili e poi entri nel camerino. Lì sei costretta ad affrontare i tuoi incubi peggiori perché il camerino è spietato e anche un po' stronzo. Il camerino ha uno specchio che ti ingrassa almeno di 10 chili, il più piccolo brufolo diventa un vulcano, quella discreta cellulite diventa il Carso e la luce! La luce del camerino ti renderebbe smorta anche dopo 5 mesi in Africa. Te ne torni a casa con i piedi gonfi e un principio di depressione. 4) "Sto a casa e mi rilasso". Il trattamento casalingo prevede un lungo bagno caldo per ammorbidire la pelle e allargare i pori. L'acqua deve essere bollente, come per cuocere il cotechino. Segue uno scrub, cioè ti massaggi con sali, fanghi, guanti di crine, pelle di zigrino, insomma qualsiasi cosa che ti tolga il primo strato di pelle. Sulla faccia una maschera parente stretta del gesso a presa rapida. Dopo si passa alla depilazione, perché una donna non si è presa abbastanza cura di sé se non si strappa almeno un paio di peli. Ceretta rischiando la lussazione dell'anca per tendere bene la pelle, passando al silk-épil che è più comodo, ma strappa un pelo alla volta, fino alle pinzette sulle sopracciglia. Io, se fossi in loro, preferirei andare a lavorare.

4 commenti:

Elenucci ha detto...

io scelgo libri, film, cibo e coperta da mettermi per diventare corpo unico con il divano

dokhi ha detto...

sto bene cosi......almeno d'inverno ho calze e pantaloni,o calze 8000 denari e gonna non un pelo in vista.....forse meglio il burca

L' Uomo Con La Valigia ha detto...

Sarò strano: "mi prendo cura di me" facendo shopping, un massaggio (oggi ho provato hot stone). A "casa" non ci sto volentieri, preferisco uscire.

Santarellina ha detto...

No, no: divano anche per me!