15 giugno 2009

Antichi mestieri scomparsi: la camporella.

Quando ero giovane e squattrinata e l'unico tetto che avevo sulla testa era quello apribile della mia 2CV, cercavo un po' d'intimità con il fidanzatino di turno nei vicini campi o nelle disabitate zone industriali. Come tutti del resto.

Avevo il mio campo di mais preferito, la mia stradina sterrata, uno slargo circondato da alberi…

Ora che un tetto sulla testa ce l'ho ed è in mattoni e ora che la mia schiena non reggerebbe più i sedili non ribaltabili della 2CV, in un momento a metà tra l'amarcord e la recherche ho preso la bicicletta e ho fatto un giro nostalgico nei luoghi dell'amore giovanile.

Qualcuno è ancora riconoscibile, altri sono stati completamente trasformati dall'inesorabile avanzata del cemento, ma tutti non sono più accessibili.

Le stradine sono state sbarrate dai contadini, i campi trasformati in zone industriali, le zone industriali, un tempo buie, sono ora illuminate a giorno. Non c'è più un posto dove stare al riparo da occhi indiscreti, dove lasciarsi andare grazie alla complicità del buio.

Sicuramente ce ne saranno di nuovi, posti che non conosco e che saranno le alcove a cielo aperto di altri ragazzi.

Chissà dove, chissà…

5 commenti:

calendula ha detto...

la due cavalli è la mi amacchina totem la adoro... e pensa che non ci sono mai salita in vita mia... uffa...per quanto riguarda la camporella i miei posti di camporella ci sono ancora....

Anonimo ha detto...

Il giro nei vecchi posti della camporella non mi era mai venuto in mente! Comunque mi sa che sarò nella tua stessa situazione, ai tempi si sfidavano le zanzicchie e si andava nelle risaie, e i contadini ormai avranno chiuso tutte le stradine.
Con quello che si sente comunque di andare in camporella passa un po' la voglia.

Bk ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=KV8F20_R8lY

Anonimo ha detto...

la due cavalli è la mi amacchina totem la adoro...

Unknown ha detto...

Anche io la adoro, anche se da poco ho dovuto lasciarla...